Poesia del Maestro Valiensi in onore della vittoria dei Bufali al Palio 1987
C’era una volta un Bufalo possente,
vincitore di tutte le tenzoni
combattute ogni anno dai Rioni
fra il giubilo e il furore della gente.
Non aveva rivali, ma un bel giorno
dimenticò le sue battaglie vinte
e non si mosse più neppure a spinte;
ci fu chi disse che avea perso un corno.
Qualcuno lo credette…. e una congiura
si ordì per ridestar l’addormentato,
ogni espediente venne ricercato….
si scomodò perfino la cultura.
Sembrò destarsi il Bufalo selvaggio:
soffiò dalle narici, scosse il pelo,
mugghiò più forte…. e un fremito di gelo
corse giù per la schiena all’uomo saggio.
Sol chi vive di sogni e fantasia
pensò fra sè: ” La favola è finita,
quand’uno è morto non ritorna in vita,
il passato è passato, è corso via! ”
Un vento strano, allor, mosse le foglie….
e quel sussurro diventò parola:
“Svegliare il can che dorme non consola,
ma reca spesso delusioni e doglie.”
I due occhi sembravano di fuoco,
martellavan gli zoccoli la terra,
un ultimo muggito e ordinò : ” GUERRA ! ”
Dettero inizio i Mandriani al gioco.
Si trasformò la Mandria in un cantiere;
come forgiati da mani divine,
spuntarono fiori, danze, ciccioline:
addio speranze, addio dolci chimere.
Si ripetè la favola di allora:
i carri, le staffette, le sfilate,
furon per gli avversari randellate.
Quel che c’era una volta…. c’era ancora.
Andare oltre non c’è più bisogno.
Il Bufalo passò, rimpianti e lutto
Lasciò ancora cantando: ” Ho vinto tutto!”
E gli altri ? Vagan dietro a un nuovo sogno.
Silvano Valiensi
Luglio 1987