Breve Historia della “Focaccia Leva”
La Dea Minerva in un’oscura notte
del padre Giove uscì dalla testaccia
mentre il gallicanese, da una botte
nacque, tenendo in mano una focaccia.
La stirpe assira, antica fra gli antichi
scomparve dalla terra piano piano,
per non poter mangiar fagioli fichi
con la focaccia fatta a Gallicano.
Anche Cesare, il grande condottiero,
mangiava le focacce, vero Iddio,
e diceva al figliol, molto severo:
“Mangia tu quoque, Brutto figlio mio”.
In una notte fredda per la neve,
Archimede, vinto dalla fragranza
di un bel mucchietto di focacce leve:
“Eureka” disse, e si riempì la panza.
Dante Alighieri, il grande ghibellino,
dopo che fu disceso giù all’inferno,
riempito di focacce un panierino
salì su al ciel, per darle al Padreterno.
Napoleone venne a Gallicano
a trovare uno zio (l’ha detto il Bocca)
e qui esclamò, con la focaccia in mano
“Zio me l’ha data, guai a chi me la tocca”.
Quando Vittorio, re del Regno Sardo,
richiamò Garibaldi e gli altri mille,
per offrirgli focacce con il lardo
l’eroe disse: “Obbedisco” e fè faville.
Ed anche nella storia più recente
quel tale… che parlò di baionette…
mi sembra otto milioni, oh la mia mente!!
insomma, si sbagliò con focaccette.
E perchè Coppi, Bartali e Gimondi
senza neppur conoscere lo “Yoga”
di tappe e giri spesso si fer tondi?
Perchè usavan focacce come droga.
E voi che di quei grandi sieti figli,
per favore non fate quelle facce
non aspettate che vi si consigli
di ber il vino e di mangiar focacce.
E’ festa oggi, su fate baldoria,
forse qualcuno passerà alla storia.
PRO LOCO GALLICANO – SAGRA DELLA FOCACCIA- 11 LUGLIO 1971